…di Pietro e Filomena, “Sposi&Spose di Cristo”..
C’era una volta la solita Regina di Biancaneve che si guardava nello specchio stregato e da lui voleva sapere chi fosse la più bella del reame.
C’era, anche, un marito che al mattino ci restava parecchio male quando guardandosi allo specchio dopo il risveglio, rischiava di restarci secco per lo spavento nel vedere le rughe del suo viso e la pancia in aumento.
C’era, infine, una moglie che dopo ore ed ore dal parrucchiere innanzi ad uno specchio, tornava a casa piangendo perché aveva avuto il tempo di guardare che punto di non ritorno avessero ormai raggiunto le sue occhiaie.
Poi qualcuno inventò i filtri sullo smartphone e vissero tutti contenti, credendosi belli.
Ma non tutti sanno che una volta la moglie dalle profonde occhiaie ed il marito dal risveglio “da paura”, si guardarono negli occhi.
Come in uno specchio, allora, iniziarono a rimandare l’immagine dell’altro. A rimandare solo una parte dell’altro, senza rifletterlo…e senza riflettere sulle parole da usare.
Allora, guardando solo ai difetti, iniziarono:
“Che occhiaie grandi che hai” disse lui.
E lei, come il lupo cattivo di #cappuccettorossianamemoria rispose: “E’ per guardarti meglio…e anche perché muoio di sonno, sono stanca, non ho un minuto mai per me e in questa casa sono l’unica che fa qualcosa, perché…” .
Ed andò avanti a parlare con rabbia a quello specchio che aveva il volto di suo marito.
Poi, dopo 45/50 minuti buoni di monologo, disse a suo marito: “Che brutta faccia che hai” .
E lui, sempre come il lupo di cui sopra, ribatté urlando: “E’ perché lavoro tutto il giorno e mi spacco la schiena fuori casa con la pioggia e con il sole, e perché i miei colleghi sono una massa di strAMBI…e mi fanno mobbing…e…” .
E anche lui andò avanti a rimbrottare contro quello specchio che lo aveva messo davanti ai suoi limiti.
Poi si fermarono, arrabbiati, aprirono i loro profili social e cercarono disperatamente consolazione e conforto nei “like”, nell’approvazione di qualche sconosciuto che approvasse la loro immagine taroccata.
Ma dal mondo social non giunse nessun like, Facebook ed Instagram erano bloccati e caddero nello sconforto più totale.
Decisero, di nascosto l’uno dall’altra, di andare a trovare la regina cattiva di Cenerentola in cerca di qualche narcisistico consiglio.
Quando giunsero al castello (Biancaneve ormai si era fatta una vita, ndr) trovarono la regina che piangeva disperata e, tra l’altro, scoprirono che entrambi di tanto in tanto andavano a fare visita alla perfida regina che con cattiva freddezza dispensava ricette di falsa bellezza.
Ma come detto, ora la regina piangeva.
Lo specchio, ormai stufo, le aveva confermato che era la più bella del reame e a lei non restava nessuno da odiare.
La vecchia regina disse: “Mi sono resa conto di aver sbagliato tutto! Anziché chiedere al mio specchio di aiutarmi a vedere ciò che di bello avevo in me, l’ho tormentato per anni chiedendogli di fare paragoni tra me e le altre donne…e ora sono brutta, acida e più cattiva che mai!!!”.
Al che marito e moglie si guardarono negli occhi, scoprendosi curiosi di capire se l’altro vedeva qualcosa di bello in lui.
Iniziarono a chiedersi l’un l’altro di raccontare cosa vedesse di bello, e cosa lo aveva fatto innamorare…e stranamente restarono stupiti dalle loro risposte.
Il marito infatti elencò diversi aspetti di lei che lo avevano portato tanto tempo fa a chiederle di sposarlo…e molti punti di quell’elenco lei li aveva sempre reputati come odiosi difetti.
Stessa cosa capitò a lui, quando, ad esempio, si sentì dire da sua moglie che le piaceva tremendamente quella sua pancetta che aveva messo su e che non riusciva a far calare anche se si ammazzava con la corsa tutti i giorni.
Abbassarono finalmente la guardia nei confronti dell’altro…smisero di chiedere conferme su cose che non c’erano e iniziarono ad ascoltarsi e ad ascoltare.
Capirono che i loro difetti potevano essere punti di partenza per migliorarsi…a volte limiti invalicabili, a volte nei che creavano fascino.
E furono contenti. Contenti delle proprie occhiaie ereditate per la stanchezza che deriva dalle faccende quotidiane, contenti delle rughe che nascono col tempo e le fatiche. Furono contenti di guardarsi negli occhi, imperfetti e pur amabili.
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