..di Pietro e Filomena, “Sposi&Spose di Cristo”
Carissimi, quello che vi condividiamo oggi è frutto di diversi giorni di preparazione, preghiera e riflessione.
Speriamo possiate gustare questo articolo…che possa essere per voi una lettura fruttuosa.
Buona lettura e…”Il Signore vi dia Pace”.
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Al capitolo XXI dei Fioretti della vita di San Francesco (Fonti Francescane n.1852) si narra della famosa vicenda del grandissimo, terribile e feroce Lupo che apparve fuori dalle mura di Gubbio nel periodo in cui Francesco dimorava in quella città.
Lupo che divorava animali e uomini tanto che la gente del luogo ormai non aveva più il coraggio di andare nelle campagne.
Per compassione di queste persone ma anche del lupo, Francesco volle andare in contro a questo animale nonostante tutti glielo sconsigliassero…
“…e facendosi il segno della santissima croce (…) santo Francesco prese il cammino verso il luogo dove era il lupo. Ed ecco che (…) il detto lupo si fa incontro a santo Francesco, con la bocca aperta; ed appressandosi a lui, santo Francesco gli fa il segno della croce, e chiamollo a sé e disse così:
«Vieni qui, frate lupo, io ti comando dalla parte di Cristo che tu non facci male né a me né a persona».
(…) appena che santo Francesco ebbe fatta la croce, il lupo terribile chiuse la bocca e ristette di correre: e fatto il comandamento, venne mansuetamente come agnello, e gittossi alli piedi di santo Francesco a giacere. E santo Francesco gli parlò così:
«Frate lupo, tu fai molti danni in queste parti, e (…) hai avuto ardire d’uccidere uomini fatti alla immagine di Dio; per la qual cosa tu se’ degno delle forche (…).
Ma io voglio, frate lupo, far la pace fra te e costoro, sicché tu non gli offenda più, ed essi ti perdonino ogni passata offesa, e né li omini né li cani ti perseguitino più».
E dette queste parole, il lupo con atti di corpo e di coda e di orecchi e con inchinare il capo mostrava d’accettare ciò che santo Francesco dicea e di volerlo osservare.
Allora santo Francesco disse: «Frate lupo, poiché ti piace di fare e di tenere questa pace, io ti prometto ch’io ti farò dare le spese continuamente, mentre tu viverai, dagli uomini di questa terra, sicché tu non patirai più fame; che io so bene che per la fame tu hai fatto ogni male.
(…) Frate lupo, io voglio che tu mi facci fede di questa promessa, acciò ch’io me ne possa bene fidare».
E distendendo la mano santo Francesco per ricevere la sua fede, il lupo levò su il piè ritto dinanzi, e dimesticamente lo puose sopra la mano di santo Francesco, dandogli quello segnale ch’egli potea di fede.(…)
Questo bellissimo avvenimento della vita di san Francesco di Assisi ha molto da insegnare alla nostra vita di tutti i giorni, ha molto da dire al nostro modo di vivere le relazioni con le persone.
Certo non viviamo nel 1200 e per vedere un lupo ormai bisogna fare chilometri ed addentrarsi nelle riserve, ma oggi come allora la malvagità esiste ed ogni giorno ne facciamo esperienza.
Lupi in giro ne vediamo molti, ma i problemi iniziano quando una certa dose di cattiveria la troviamo nei nostri cari, quando ad esempio il lupo ha il volto di un figlio che ci maltratta, quando il lupo ha il volto di un’amica che ci tradisce, quando il lupo somiglia a nostro marito che urla o a nostra moglie che non ci parla più.
Come ha fatto san Francesco ad avvicinare il Lupo?
Seguendo il suo esempio, forse possiamo trovare la chiave per uscire vivi noi e salvare il lupo…già…Francesco infatti non propone (poteva farlo) di organizzare una squadra di gente armata per ammazzare il lupo; lui sa che questa non è la vera soluzione del conflitto umano.
Facciamo un passo per volta immaginando di essere insieme a san Francesco, lì…nei nelle campagne e nei boschi fuori della città di Gubbio.
1) Il Segno della Croce.
La prima cosa che vediamo è questa: San Francesco fa il segno della Croce. Prima su di sé e poi sul lupo.
Questo gesto è molto significativo che ci evoca un fatto ben preciso.
Tempo prima san Francesco era un giovane ricco di Assisi che quando vedeva i lebbrosi scappava via come un fulmine.
Un giorno Francesco incontra, a san Damiano, lo sguardo di Cristo crocifisso. Una tavola di legno in cui è rappresentata l’immagine di Gesù, conosciuto come il “Crocifisso di San Damiano”.
Dall’incontro con quello sguardo Francesco rinasce. Inizia una nuova vita col pentimento dei suoi peccati. Innanzi agli occhi di Gesù, Francesco riconosce il male che ha nel cuore e se ne pente amaramente.
Potremmo dire che Francesco era un Lupo. Poi incontrando il Cristo diventa un Lupo perdonato.
Ma torniamo alla storia:
Francesco si fa il Segno di Croce. Non è una gesto portafortuna…col segno di Croce Francesco fa memoria di essere un Lupo perdonato da Cristo…ed è solo allora che può andare ad incontrare il Lupo della selva che lo attende con la bocca spalancata.
Francesco si reca dal lupo e riesce ad avvicinarlo poiché lo vede simile a sé stesso.
Egli conosce il lupo che ha difronte, sa come parlargli poiché conosce benissimo il lupo che vive nel suo cuore.
Francesco è un peccatore come tutti gli uomini, ma grazie all’incontro con il Cristo Crocifisso, grazie al perdono che Gesù gli offre ogni volta nella confessione…lui può smettere di aver paura di sé stesso e di tutti gli uomini del mondo…fossero anche i più feroci, i più cattivi, i più lebbrosi.
Ed è così che il lupo si sente riconosciuto e trattato per quello che è: una creatura di Dio affamata.
Francesco sa che è la fame che fa compiere al lupo i suoi omicidi; ma sa anche che il lupo ha fame di carezze, di tenerezza…che in fondo al suo cuore c’è un cucciolo ferito dalla vita, che in fondo al cuore del Lupo c’è Cristo che aspetta di venire fuori, di vivere e di ridare vita vera al Lupo.
Come ciascuno di noi, come in ciascuno di noi.
E allora…e allora…anche nelle nostre relazioni umane (amicizie, matrimonio, ecc.) siamo chiamati a riconoscere il lupo che ci portiamo nel cuore e a portarlo da Cristo nella confessione.
Cristo con il Suo Perdono sacramentale ammansirà il nostro lupo e così potremo andare verso il Lupo che vive nel cuore dell’altro senza giudizio e senza rancore.
2) “…io ti comando da parte di Cristo…”
Francesco entra in dialogo con il lupo non da solo, ma con Cristo.
“…nel nome di Cristo…” Francesco ci insegna a vivere tutte le relazioni ponendo Gesù al centro.
Francesco comanda al lupo di non fare più del male e lo fa nel nome di Cristo.
Tra lui ed il lupo c’è Cristo, come Cristo c’è tra lui e i suoi frati, tra lui e i suoi genitori, tra lui e santa Chiara, tra lui ed il sultano quando andrà in terra santa. In tutte le sue relazioni Francesco fa entrare Cristo.
Francesco ci dice che si entra in relazione con il prossimo in un modo non solamente umano, ma anche divino.
Porre Cristo al centro, così come accade sacramentalmente nel Matrimonio Cristiano, vuol dire voler vivere alla presenza di Dio, voler parlare, voler salutare, voler spazzare la casa, volersi amare e voler anche litigare sempre alla presenza di Cristo.
Vuol dire far trasformare a Cristo la nostra vita di tutti i giorni in una strada per diventare santi.
Se decideremo di entrare in relazione con il prossimo passando da Cristo allora le nostre relazioni si rinnoveranno, saranno più autentiche perché noi in compagnia di Cristo siamo chiamati ed aiutati ad essere autentici.
Sottolineiamo ancora che Francesco pronuncia il Nome di Cristo.
A tal proposito va ricordato che il Santissimo Nome di Gesù Cristo è potente. Nel Suo nome c’è la Sua stessa presenza e nominarLo Lo rende presente. Il Nome di Gesù scaccia i demoni, guarisce e risana, nel Suo Nome siamo salvati.
Francesco lo sa benissimo e “va in battaglia armato”, va in battaglia per ristabilire la pace insieme a Gesù stesso.
Facciamolo anche noi quando vogliamo che Cristo operi nella nostra vita; affinché torni la pace nel nostro cuore e nelle nostre relazioni: “Gesù, aiutami a perdonare quella persona che…”, oppure “Anche se mi hai ferito, ti do un bacio nel Nome di Gesù”. Proviamoci e vedremo i risultati.
3) “Frate lupo, tu fai molti danni in queste parti…”
Seguendo il nostro caro Francesco d’Assisi, vediamo che si rivolge al Lupo chiamandolo “Frate”.
Il Lupo ha fatto i voti di castità, povertà e obbedienza? Certo che no.
Francesco lo chiama frate, ovvero fratello. Riconosce in lui la dignità di creatura di Dio e quindi suo fratello, anche se questo suo fratello si sta comportando male.
E non si fa scrupoli a ricordare al suo fratello lupo tutto il male che ha fatto al prossimo.
Francesco non fa finta di nulla, egli sa che la pace si costruisce con due ingredienti: giustizia e perdono.
Francesco chiama per nome il male, non ha paura di farlo. Il male è male. Il lupo ha sbagliato, ha commesso atti che hanno fatto soffrire gli altri e questo Francesco glielo dice chiaramente.
La verità è necessaria.
Dire a chi ci ha fatto del male che ha sbagliato è importante.
Come mai però il lupo non sbrana Francesco dopo che questo lo ha anche rimproverato?
Ecco forse una risposta: Francesco in tutta la sua vita ha dimostrato di non volersi sentire migliore di qualsiasi lupo cattivo ed è così, partendo dall’umiltà che può dire al lupo queste parole di verità perché in esse non c’è condanna verso il lupo, ma solo verso le sue azioni.
In altre parole, il lupo non si sente dire: “fai schifo!”…ma il cuore del lupo sente dire: “Quello che hai fatto fa schifo, ma tu non sei quello che hai fatto…tu sei prezioso nonostante il male che hai commesso”.
E’ il peccato che viene condannato, non il peccatore.
E’ il tradimento del nostro coniuge che va condannato, non il nostro coniuge…è la calunnia ingiusta fatta dal nostro amico che va condannata…non va condannato il nostro amico. E’ il mobbing sul lavoro che abbiamo subito che va condannato, non il datore di lavoro che ci ha fatto mobbing.
Questo è lo stile di Cristo e Francesco lo sa bene. E applica ciò che da Cristo ha imparato.
4) “…che io so bene che per la fame tu hai fatto ogni male.”
Altro passo che Francesco compie è quello di comprendere le motivazioni che hanno potuto portare il lupo a comportarsi in modo malvagio.
Anche noi, se vogliamo veramente perseguire la Pace e camminare nella via insegnata da Cristo, dobbiamo cercare di metterci nei panni altrui…anche nei panni del nostro peggior nemico e provare a comprendere ciò che può averlo portato a peccare, a compiere quel male.
Francesco sa che il lupo ha agito così per fame: fame di cibo, ma – forse – anche fame di attenzioni, fame di sicurezze, di potere…
Francesco riconosce ciò che ha nel cuore il lupo facendo memoria di tutti gli “appetiti” che hanno portato lui in passato ad essere un giovane superficiale ed egocentrico.
Francesco sa che il cuore del lupo è simile al suo. E non sbaglia, perché è così.
Entrambi hanno cuori di carne.
Il cuore di Francesco ha solo una differenza rispetto a quello del lupo: il cuore di Francesco sa che nonostante la sua miseria, il Signore perdona la sua “fame”…i suoi appetiti peccaminosi.
La Misericordia precede il pentimento…giacché Francesco non si è convertito perché qualcuno lo abbia fatto sentire in colpa, ma perché guardando all’amore di Cristo sapeva di buttarsi tra le braccia di chi lo amava nonostante tutto il peso del suo cuore malato.
Quante volte ci capita in famiglia…quando sgridiamo qualcuno (marito, moglie, figli) sentendoci migliori ecco che quella persona non cambia.
Quando invece riconosciamo che siamo tutti “fallibili” e tutti sbagliamo…e facciamo notare con amore e dolcezza l’errore all’altro…ecco che da quell’atteggiamento amorevole e accogliente nasce il pentimento della persona che ha sbagliato.
Ora il lupo, dopo essersi sentito accolto come un fratello, dopo che qualcuno gli ha parlato nella verità e gli ha donato misericordia…ora il Lupo deve fare un passo decisivo:
5) “…Frate lupo, io voglio che tu mi facci fede di questa promessa”
Il Lupo è un fratello accolto, è riabilitato…ma ad una condizione imprescindibile: deve pentirsi e prendere la ferma decisione di non fare più male al prossimo.
E’ l’atto di volontà richiesto a ciascuno di noi e nessuno può essere “salvato” senza il proprio consenso.
Il Lupo è lì. Francesco ha detto e fatto ciò che Cristo gli ha insegnato. Ora tocca al Lupo. Il Lupo può scegliere se rifiutare o se accettare il perdono.
Accettare il perdono vuol dire per lui avere una vita nuova con l’aiuto della gente del paese – i quali si impegnano ad aiutarlo, a nutrirlo e a volergli bene e questo ci dice che il bene e la guarigione del prossimo non è facile, ma richiede sempre il nostro impegno ed il nostro aiuto.
Rifiutare il perdono vuol dire invece scegliere di continuare a vivere da solo, nei boschi e morire di fame e di cattiveria.
La scelta sta al lupo. E Francesco non può decidere al suo posto. Neanche Cristo può scegliere al posto di una persona che non vuol pentirsi nonostante la possibilità di farlo.
Sappiamo che nella storia narrata il Lupo accetta il perdono e fa promessa di non commettere mai più il male che aveva fatto in precedenza.
Ma come sarebbe andata se il lupo avesse rifiutato il perdono?
Cosa avrebbe dovuto fare Francesco per il lupo?
Francesco avrebbe dovuto pregare ogni giorno per lui…e chissà quanti lupi Francesco si portava nel cuore…gente per cui pregava ogni giorno perché avevano rifiutato il pentimento ed il perdono.
Anche nelle nostre relazioni è così.
“Amate i vostri nemici, pregate per coloro che vi perseguitano”…l’atto di amore della preghiera è sempre necessario affinché ogni lupo…compresi noi…possiamo accogliere il perdono anche in punto di morte.
Conclusioni:
Chiediamo al Signore di avere una vera visione di noi stessi, di vedere che non siamo migliori o peggiori del nostro coniuge, dei nostri figli, dei nostri amici, dei nostri nemici…
Chiediamo il dono di percorrere un cammino verso la guarigione del cuore…una guarigione che inizia quando non ci giudichiamo e non giudichiamo il prossimo, quando diciamo:
“Tu frate lupo sei ladro e assassino”…proprio come me. Vieni fratello, camminiamo insieme nel segno della Croce, camminiamo insieme nel Nome di Gesù Cristo e sarà Lui a condurci alla vera Pace.
A lode di Cristo e del poverello di Assisi,
Pietro e Filomena, Sposi e Spose di Cristo.
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