Si sta parlando molto di “visione cristiana” della guerra, del “si o no” alla legittima difesa.
Tutti dibattiti importanti ma quello che ci colpisce e sconvolge maggiormente in questo tempo è che eravamo abituati a vedere oltre le barricate “nemici” spesso di un credo religioso diverso.
Dal 2001 si è riaperta la discussione, ad esempio, sul rapporto tra Islam e violenza.
Oggi siamo innanzi invece ad uno scenario differente: sui due fronti ci sono persone che, per la maggior parte, sono di fede cristiana. Persone battezzate nello stesso battesimo seppur, in alcuni casi, in riti differenti.In poche parole: fratelli nella fede, per non parlare dei legami di sangue.
E cosa dire del leader russo?
Anche lui è battezzato e, a quanto pare, è anche avvezzo a partecipare alla liturgia e alla santa Comunione.
E’ qui che arriviamo al dunque del nostro punto di vista: possiamo passare una vita intera a dirci cristiani, a frequentare i Sacramenti e allo stesso tempo farci scivolare tutta questa Grazia addosso.
I Sacramenti non sono “magie” che ci cambiano il cuore, ma è Grazia che ci aiuta a cambiare vita, a cambiare il nostro cuore in meglio, ma – udite udite – SOLO SE LO VOGLIAMO.
Allora urge, per noi per primi e per ogni discepolo di Cristo, non solo accedere ai Sacramenti (laddove siano previsti) ma anche CURARE UNA BUONA COSCIENZA.
Da quest’opera artigianale nessun essere umano è esente. Siamo tutti chiamati ad aver cura del nostro cuore, tutti chiamati al buon combattimento contro quelle spinte interiori che ci portano a far male a noi stessi e al prossimo.
Curare la coscienza vuol dire riconoscere innanzitutto la nostra fragilità e da qui comprendere che occorre custodirci. Quando, ad esempio, iniziamo a provare invidia nei confronti di qualcuno o quando gioiamo delle miserie degli altri; quando iniziamo a desiderare cose che ci fanno male; quando ci consideriamo migliori degli altri; quando ci sentiamo rapiti dall’avidità; quando ci lasciamo infiammare dalla rabbia e distruggiamo i nostri rapporti di amicizia, familiari, ecc; quando non custodiamo il nostro sguardo; quando iniziamo a coltivare l’indifferenza…
Ecco allora che curare una buona coscienza significa anche fermarsi e dirsi: “no, questa cosa non va bene, questo pensiero o questa azione mi porta su una strada di dolore e divisione…”.
In questo 2022 così inaspettatamente disastroso proprio noi cristiani siamo chiamati a rivedere a che punto siamo con la Misericordia e la Carità; altrimenti, nel nostro piccolo, diventeremo piccoli dittatori senza scrupoli che – pur facendo la Comunione – sono in grado di mietere vittime innocenti.
Pietro e Filomena #Spiritualità&Vita Quotidiana
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