..di Annarita Cappabianca
Nascondere a tua moglie o a tuo marito chi sei e cosa vuoi, non serve a niente. Anzi. Complica tutto.
Stare DI FRONTE all’altro, come sei, senza bluffare, è molto faticoso. Questo vale in tutte le relazioni, ma soprattutto in quelle in cui si desidera avere un dialogo autentico.
Quando marito e moglie si mettono uno di fronte all’altro ed entrambi cercano, con sincerità, una relazione profonda, tocca combattere, come minimo, due grandi tentazioni. Quella di annullarsi per adattarsi all’altro, modello “pongo” e quella di chiudersi, modello “riccio”, per evitare discussioni in nome di un quieto vivere farlocco. O per non metterci in discussione.
Nella relazione con mio marito, oscillo. Passo dal “sono come tu mi vuoi” del pongo, al “mi va bene tutto, purché stiamo in pace” del riccio. Sembro una funambola sospesa su un filo sottile, manco fossi un’equilibrista che cerca di camminare nell’aria, anziché coi piedi ben piantati sul pavimento. Proprio io, che non so neanche andare in bicicletta!
E lui? Tra un sorriso sincero e una pioggia di parole, a un tratto si blocca e resta stecchito, come uno stoccafisso in salamoia. O inizia a muovere la testa guardando prima a destra e poi a sinistra, con gli occhi sgranati. Sembra un opossum, con la testa che gira rigida, come oliva su stecchino. E diventa muto, per il timore di chissà cosa. Di dirmi che non sopporta qualcosa di me, per non dovermi ferire? Di preferire il silenzio, per non confidarmi un aspetto di sé che lo fa soffrire? Sarà per imbarazzo, vergogna, vigliaccheria, orgoglio. O semplicemente per paura.
È questo che quel accade tra noi, nel “faccia a faccia”. È una battaglia peggiore di una guerra, che si combatte quasi tutti i giorni. Siamo sotto il tiro nemico che mira a colpire la coppia al cuore, il quell’intimo e naturale desiderio di stare uno di fronte all’altro, per crescere insieme.
Il fatto è che mostrarsi come si è, costa fatica. Ci vuole forza, coraggio e volontà, anche perché, è nello sguardo di mio marito che sto scoprendo cose di me che non sapevo e inizio a capire quello che, per me, importante non è più, ma che continuo a fare. Solo perché “ho sempre fatto così”.
Se tuo marito o tua moglie sceglie di mettersi di fronte a te, perché desidera entrare in una relazione profonda, e tu vuoi fare altrettanto, perché non aspettavi altro, te ne accorgi subito.
Non ti senti più bersaglio del fuoco nemico. Perché ti ritrovi dentro un’altra scena e tutto si gioca dentro a uno sguardo. A un certo tipo di sguardo. Quello suo e quello tuo.
Sguardo che non scruta. E che ti stana.
È uno sguardo caldo, che si posa morbido sulle tue debolezze, le tue inclinazioni, le tue abitudini radicate, le tue convinzioni indiscutibili, buone o cattive che siano, e non si volta istintivamente dall’altra parte, perché interdetto, ingelosito, infastidito, disturbato. Scandalizzato.
Ha occhi pieni di voglia di sapere chi sei, senza nessuna smania di raffrontarsi con te, perché desidera individuare i tuoi punti deboli, per confermare così la bontà di se stesso. A scapito della tua. O solo per sentirsi il migliore.
Ha occhi che osservano cosa ti si agita dentro, senza cercare ciò che distingue, solo per usarlo come cesoia, o come clava, nel braccio di ferro tra i due mondi che siamo e in cui, spesso, vogliamo a tutti costi restare.
È uno sguardo caldo e pulito, che ti accarezza leggero, per far venire fuori il meglio che sei e aiutarti a eliminare scorie e detriti che gelosamente conservi. Che nascondi magari solo per difenderti proprio da uno sguardo pronto ad accoglierti così come sei e a donarsi a te, così come lui è. Perché in fondo, preferisci continuare a nasconderti.
Nascondere chi sei veramente a tua moglie o a tuo marito, non serve mai.
Se riconosci quello sguardo complice, che s’intenerisce dentro al tuo, e mette se stesso in secondo piano, per te, consapevolmente, perché SCEGLIE di farlo, non potrai fare altro che arrenderti a quello che vedono i tuoi occhi. Di fronte a te c’è solo lui o lei. Al centro di uno sguardo solo. Quello di Dio.
L’alternativa a questo gioco incrociato di sguardi è restare chiusa nel tuo bunker, per evitare il fuoco nemico e lo stress della trincea. Basta continuare ad abitare sotto lo stesso tetto, facendo ognuno le cose sue.
Ciascuno padrone assoluto del proprio mondo. A ciascuno il suo. Per sempre.
“Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la FORZA di sfuggire a tutto ciò che deve accadere e di comparire DI FRONTE al Figlio dell’Uomo” Lc 21,36
Ma se non voglio impegnarmi a stare di fronte a mio marito, come potrò mai pensare di comparire davanti a Gesù?
Dove la troverò la forza?
Occorre una scelta precisa, perché la comunione di coppia è la via, è la cosa più importante che siamo chiamati a fare nella vocazione matrimoniale. Tutto il resto ne consegue.
È solo una questione di allenamento. E di preghiera.
Basta iniziare.
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