di Roberto Lauri
È ancora possibile vivere e testimoniare il Vangelo in questo mondo che cambia? Le relazioni fraterne fondate sulla fede in Cristo, possono trovare spazio in un mondo in cui il fatto religioso ha scarsa incidenza nella vita delle persone? Sono domande molto attuali, dubbi che ogni giorno ci poniamo, noi che viviamo in una società sempre più scristianizzata.
A queste domande cerca di dare risposta un libro da poco sugli scaffali delle librerie, dal titolo Vivere il Vangelo da fratelli in un mondo che cambia (Editrice TAU), a cura di Filomena Scalise Antonicelli. Non sono risposte di una persona qualunque ma quelle di Frà Giacomo Bini OFM, ex Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori, che ha lasciato questa terra il 9 maggio 2014. In sua memoria, questo volume ha tentato di dare risposta ai quesiti su evangelizzazione e fraternità, attraverso la vita, gli scritti e i discorsi di Frà Giacomo, un frate molto amato dalla comunità francescana, in Italia e nel mondo.
L’autrice è stata insegnante di religione nella scuola pubblica della Diocesi di Roma. Filomena Scalise Antonicelli vive ad Assisi, è sposata e madre di due bambine. Ha conseguito il Baccalaureato in Teologia e la Specializzazione in Teologia Pastorale presso la Pontificia Università Lateranense (Roma). Le sue ricerche nell’ambito della Teologia Pastorale riguardano in particolare il tema della Nuova Evangelizzazione. Una specialista, quindi, per la tematica del libro che ha scritto.
Frà Giacomo, è stato Ministro generale dell’Ordine dal 1997 al 2003. Nato nel 1938, ad Ostra Vetere, in provincia di Ancona, nel 1957 entrò nell’Ordine Francescano. Sette anni dopo fu ordinato sacerdote. Nel febbraio 1983 partì per la missio ad gentes e si incardinò nella Vice-Provincia di San Francesco in Africa e Madagascar. Precedente alla sua elezione a Ministro generale, era stato Ministro provinciale a Nairobi, in Kenya. Missionario e studioso, aveva ottenuto il Dottorato in Scienze Religiose presso l’Università di Strasburgo.
“In questo lavoro ho cercato di approfondire gli scritti di Giacomo Bini – spiega l’autrice nella sua introduzione – che ha respirato a pieni polmoni l’aria nuova del Concilio Vaticano II. La sua vita ed i suoi scritti sono una sintesi armoniosa di spiritualità francescana e di ecclesiologia di comunione. La vasta eredità umana e spirituale che fra’ Giacomo Bini ci ha lasciato e la linea pastorale che emerge dallo studio dei suoi scritti, brillano e attraggono e personalmente ritengo che tutto ciò sarà un faro per il cammino di molti nella Chiesa”.
La conoscenza di Filomena Scalise con il francescano è una conoscenza profonda, umana: “Ho avuto la grazia di conoscere personalmente Frà Giacomo Bini – scrive – e di condividere con lui diversi momenti di vita quotidiana in convento e di partecipare insieme a lui alle Missioni Itineranti”.
Fra Giacomo si era lasciato plasmare profondamente dal Concilio Vaticano II e questo lo rese un “vero frate minore”, cioè un cattolico capace di avvicinare le persone e di relazionarsi con ciascuno in una modalità ben precisa: da fratello. Continuando a descrivere la figura del frate nell’introduzione del libro, l’autrice scrive: “Fra Giacomo era capace di concretizzare comunione di vita, sempre nell’accoglienza delle differenze. Il suo centro era e rimaneva sempre Dio e per questo le sue relazioni erano sempre animate dall’amore, dal rispetto profondo, dal bene dell’altro che a sua volta, anch’esso, diveniva fratello”. Amore per i fratelli ma anche vero pastore, che con la propria vita ha dato testimonianza di fede, continua Filomena Scalise: “Nelle scelte di quest’uomo, nelle sue parole e nella sua vita concreta e quotidiana, ho potuto intravedere tutto quello che la Chiesa chiede ai suoi pastori: «occorre che i presbiteri nella loro vita e azione si distinguano per una forte testimonianza evangelica – ha giustamente osservato Paolo VI – l’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni»”.
Ricorda fra Paul lorio OFM, suo confratello: “Il 9 maggio, Giacomo giaceva morente sul letto dell’ospedale di Tor Vergata. Verso le due del mattino io lo assistevo e sentivo che mormorava qualcosa. Mi sono avvicinato per sentire quello che diceva ed ho inteso le sue ultime parole: «le strutture, le strutture rischiano di distruggere la struttura fondamentale che è la fraternità»”.
Un libro, per approfondire la “fraternità” intesa come amore tra figli dello stesso Padre. Di fraternità Frà Giacomo Bini non era solo un maestro, ma la viveva in prima persona.
http://www.frammentidipace.it/fra-giacomo-bini-la-fraternita-vissuta-persona/
https://www.artigianatodaimonasteri.it/prodotto/vivere-il-vangelo-da-fratelli-in-un-mondo-che-cambia/
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