Lo zio di mia moglie -che si chiama Massimo- l’altro giorno ha operato un prodigio (certo, merito dei miei angeli custodi che lo hanno aiutato)…le sue mani hanno ripescato in mare sotto 10 centimetri di sabbia…la mia fede…nuziale.
Ero lì che, tra un tuffo e l’altro, paravo una pallonata mentre mi dileggiavo in una partita di improvvisata pallanuoto…quando ad un certo punto, preso dalla tipica foga del gioco che rapisce in estasi noi maschi, mi è volato via l’anello.
Ha fatto un salto nell’aria mentre girando su sé stesso è stato illuminato dal sole cocente della Calabria lanciandomi un bagliore negli occhi.
Poi l’ho visto inabissarsi nel mare trasparente e a quel punto mi sono sentito come Frodo Baggins nel momento in cui Sméagol gli stacca a morsi il dito prima di cadere nella lava del Monte Fato.
Il mondo mi è caduto addosso.
E a quel punto entra in scena l’eroe: zio Massimo si tuffa con maschera e boccaglio e si mette alla ricerca del prezioso oggetto e -come accadde per Gollum– riaffiora dalle acque tenendo tra le mani “il mio Tessssoooorooo”!
Che gioia!
Non potevo crederci!
Il mio anello, l’anello del potere, l’anello che ghermisce tutti i miei demoni, tutti i miei egoismi, tutti i miei individualismi…era nuovamente nelle mie mani e poco dopo al mio dito anulare.
La fede nuziale non è un semplice anello, è molto molto di più.
Ha il potere di riportarti a vivere così come ha vissuto Cristo…ha il potere di ricordarti che non vivi più per te stesso, ma che la tua vita è unita a quella di un’altra persona.
Ed è ciò che libera l’uomo dalla sua libertà.
Si, ho scritto proprio così: col matrimonio l’uomo viene liberato della sua libertà, per essere veramente libero.
Basti pensare a tutte quelle libertà che uno liberamente si prende…che poi schiacciano l’uomo in una vera dipendenza cronica.
Nel matrimonio si attuano pienamente quelle Parole del Signore in cui Gesù dice: “…a che giova all’uomo guadagnare il mondo intero se poi perde sé stesso?” (cfr. Lc 9,25) e ancora quella in cui Gesù afferma: “chi salverà la propria vita la perderà, ma chi la perderà per causa mia, la troverà” (cfr. Mt 16,25).
Ed eccomi qui, con la Fede nuziale tra le mani, a ringraziare il Signore per avermi liberato da me stesso.
Per avermi donato una moglie il cui zio sa recuperare gli anelli in mare.
Per avermi donato questo grande tessssoro: il mio matrimonio…attraverso cui posso arrivare al grande tesoro che è Dio stesso.
Grazie zio Massimo, grazie Gesù.
(p.s. Per la cronaca: zio Massimo lo scorso anno ha perso in situazioni analoghe la sua Fede di nozze…non ha avuto però i miei angeli custodi che lo aiutassero nelle ricerche e da allora il suo anulare è tristemente nudo.)
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Pietro e Filomena
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