…di Pietro Antonicelli e Filomena Scalise:
“Lei salì sul pulpito, che poi altro non era che il comodino della loro camera da letto. Comodino rosso, con sfumature di giallo. Una notte lei si svegliò e accesa la luce bruscamente iniziò il suo comizio:
<<Compagni! Questa casa è fin troppo ordinata! Questo non va bene!!! E poi, compagni, vogliamo parlare dei diritti! Ma scherziamo?! Ho diritto a rifiutare di preparare il pranzo a mio marito, soprattutto se non smette di mangiare polpette! Guarda che doveva andarmi a capitare! Un marito vegano dovevo prendermi, non un mangia-poveri-animali come questo! E poi, compagni, vogliamo parlare della sue visione sulla vita? Noi si che garantiremo il benessere della società! Eutanasia per tutti e se i nostri bambini torneranno con le ginocchia sbucciate dopo le solite cadute in bicicletta: chi mai avrà il coraggio di vederli soffrire? Li abbatteremo con aerei spara/cioccolato! Moriranno certamente sotto i loro colpi, però ricoperti di dolcissima crema gianduia! Questa si che è una morte dolce!
Compagni: votatemi!>>
Detto questo si mise a sedere, ovviamente a gambe incrociate e respirando forte così come le aveva insegnato il suo maestro di yoga.
Poi fu il turno del marito.
Prima di salire sul suo comodino andò in bagno a pettinarsi a lungo. Ne uscì lucido e sorridente. Indossava la sua camicia migliore, color della notte, poi diritto sulle gambe salì con un balzo e dopo aver salutato la folla oceanica, disse a gran voce:
<<Camerati (effettivamente si rivolgeva agli abitanti della camera da letto)! L’ora segnata dal destino batte sul quadrante della storia! Questa casa non è un albergo! Chiaro!? E se verrà qualcuno a bussare senza adeguato lasciapassare sarà abbandonato sul pianerottolo. Guai a chi non vorrà cucinare polpette e involtini a suo marito! Ovviamente il marito dovrà farne richiesta in carta bollata al Ministero di Pranzo&Giustizia! Ordine ci vuole! E poi dobbiamo tutelare i diritti di ciascuno, quando questo “ciascuno” somiglierà ANNOI!!! Dei diversi non ci importa!>>
Poi si sedette restando in piedi. Solo lui sapeva come farlo.
Si guardarono negli occhi, per un minuto ed un minuto ancora. Poi presero carta e penna e sul comò regalatogli al matrimonio dalla nonna (non si sa di chi) stilarono un trattato di non belligeranza.
Pace era fatta. Due visioni inconciliabili si erano ancora una volta stretta la mano e tornarono a dormire.”
Morale della favola? Quando siete arrabbiati col vostro coniuge e davvero vi sentite agli antipodi…fermatevi un attimo, guardatevi negli occhi per un paio di minuti e vedrete che la pace non tarderà.
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